
La saga dei Forsyte è un monumentale racconto del passaggio di consegne tra il XIX e il XX secolo, e se nel primo volume questo elemento poteva solo intravedersi nel modo in cui Galsworthy affrontava i temi sociali (l'emancipazione della donna, su tutti), In tribunale rappresenta il passaggio chiave – della saga come del racconto storico.
In Chancery prende le mosse dodici anni dopo gli eventi raccontati ne Il possidente, e viene scritto quattordici anni dopo il precedente, nel 1920. La Prima Guerra Mondiale è da poco finita, e forse è questo il motivo che spinge Galsworthy a dare tanto spazio al conflitto anglo-boero che si consumò tra il 1899 e il 1902, e rappresenta per lui un primo passo verso la barbarie della Grande Guerra.
Se nel primo volume a fargli da contrappunto c'era il vecchio Jolyon, qui la sua nemesi è il giovane Jolyon, la "pecora nera" dei Forsyte, perché interessato all'arte e non ai soldi, e soprattutto perché mette il sentimento davanti agli affari e alla convenienza. E questo porterà i due cugini "in tribunale".
Ma la seconda generazione – quella di cui fanno parte appunto Soames e Jolyon il giovane – sembra quasi di passaggio, stretta tra i patriarchi e la terza generazione, quella di Jolly, Holly e Val, che rischia di venire spazzata via dalla guerra.
Punto forse più alto della carriera di Galsworthy così come dell'intera saga, In tribunale è preceduto in questa edizione dall'interludio L'estate di San Martino di un Forsyte, scritto nel 1918, e con cui si congeda uno dei personaggi simbolo del primo romanzo.
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