
La scorsa settimana abbiamo parlato dei Fratelli Treves, antesignani di un certo modello di casa editrice mainstream e di successo; oggi parliamo di un modello opposto, ovvero dell'editoria artigianale basata solo sull'entusiasmo, spesso con poco successo ma ugualmente importante per la storia del nostro paese.
Per capirlo, bisogna intanto conoscere la figura di Gian Dauli, a cui tempo fa abbiamo dedicato un ritratto. Dauli, traduttore, agente, editor, talent scout, scrittore, nel corso della sua lunga attività editoriale ha fondato diversi marchi per proporre al lettore italiano classici della letteratura straniera, anche in un momento in cui questi non erano ben visti dal regime fascista.
A cavallo tra gli anni '20 e '30, Dauli lancia contemporaneamente due marchi: Delta e Dauliana. Delta pubblica autori anglosassoni e, per la prima volta, sudamericani, di una certa fama, mentre Dauliana si dedica alla narrativa di genere e agli autori meno conosciuti. La prima casa editrice pubblica 40 volumi, la seconda 14, poi entrambe devono chiudere per problemi economici. Dauliana viene rilevata da Corbaccio e diventa una collana per la casa editrice di Enrico Dall'Oglio.
Caduto in disgrazia, e rotti i rapporti con Dall'Oglio, Dauli non si dà per vinto e, in società con il tipografo Lucchi fonda le Edizioni Aurora. Nonostante l'ostracismo dei colleghi e del regime fascista, e i pochissimi fondi (Dauli è al tempo stesso editore, direttore editoriale, traduttore e in certi casi autore) la casa editrice si ritaglia un certo pubblico, puntando sul mercato delle bancarelle e delle librerie ambulanti, fino ad allora poco frequentato o limitato alla narrativa ultrapopolare.
Nella seconda metà degli anni '30, a dispetto degli scarsi mezzi, Aurora diventa un marchio importante e ancora oggi alcuni volumi superstiti sono ben quotati nel mercato dei collezionisti. L'avventura, a dispetto di tutto e tutti, prosegue fino all'inizio degli anni '40, pubblicando grandi classici della letteratura anglosassone e francese, e utilizzando per la prima volta immagini a tutta pagina in copertina. Ma a partire dalla fine degli anni '30 la persecuzione del regime contro Dauli si fa più serrata, e nel 1941 Aurora deve chiudere i battenti. Dauli farà un ultimo tentativo di rifondare Modernissima, ma morirà nel 1945.
Modernissima e Delta sono scomparse con il loro fondatore. Dauliana è rimasta per anni una collana di Corbaccio, per poi chiudere. Altre case editrici hanno ripreso il nome di Aurora, ma non hanno nulla a che fare con Dauli. In omaggio a quell'esperienza è stato dato il nome di Aurora alla collana dei classici di Landscape Books.